“La natura imita ciò che l’opera d’arte le propone. Avete notato come, da qualche tempo, la natura si è messa a somigliare ai paesaggi di Corot?”. Le parole di Oscar Wilde non potevano sintetizzare meglio le straordinarie capacità pittoriche di Jean-Baptiste Camille Corot, artista francese del XIX secolo, pioniere dell’impressionismo en plen air e sicuramente tra i più celebri pittori ad immortalare i paesaggi del centro Italia. bbb
La valle del fiume Nera tra Terni e Narni è stata fonte di ispirazione per tanti artisti europei a cavallo tra 1700 e 1800. Ma chi l’ha detto che i quadri possono essere visti solo dentro le mura di un museo? A Terni hanno deciso di portare le opere d’arte nei luoghi in cui sono state concepite: è questa l’idea alla base del progetto del Museo Diffuso della Pittura en plen air.
“Ho cominciato a girare per i musei osservando i tanti quadri di questo periodo che riguardavano la regione della valle ternana tra le cascate delle Marmore e il ponte di Augusto a Narni – spiega Franco Passalacqua, ideatore del progetto – Ho iniziato a fare delle ricerche e ho scoperto che circa 90 artisti hanno dipinto oltre 250 opere aventi ad oggetto questo territorio. Così abbiamo pensato di fare un documentario, un museo diffuso e un archivio”.
La parte più innovativa del progetto è la creazione di un itinerario alla scoperta dei luoghi dove i pittori hanno realizzato i dipinti dal vero, che si sviluppa lungo il fiume Nera e interesserà la Cascata delle Marmore, Piediluco, Papigno, Narni e il ponte di Augusto, soggetti privilegiati dagli artisti. Entro il 2016 saranno create cinque postazioni in cui vi saranno le copie dei quadri nel punto preciso dove sono stati dipinti. Queste ‘stanzè raccoglieranno le riproduzioni delle opere dipinte in quella zona, recuperando strutture attualmente non utilizzate, come stazioni del vecchio tram e antichi lavatoi. In attesa della realizzazione completa del Museo Diffuso è possibile scaricare su www. plenaristi. it una mappa interattiva che riporta i principali punti di avvistamento scelti dai ‘plenaristì e le località che è possibile visitare.
Una sorta di museo itinerante dove godere dello splendido paesaggio umbro e provare ad immaginare il pittore mentre, guardando il panorama, realizzava la sua opera d’arte. L’emozione di un panorama mozzafiato, spesso impreziosito dalle vestigia dell’antichità, si affianca all’emozione di un dipinto “bagnato” dall’impressione dell’artista. Un nuovo modo di fruire dell’arte che potrebbe fare scuola. Certamente un modo per lanciare Terni nella corsa al titolo di Capitale italiana della cultura 2016-2017.
Alle cascate delle Marmore, altro soggetto particolarmente amato dai ‘plenaristi’, vi sarà una sede orientativa oltre a dei percorsi guidati. “In queste opere c’è l’Italia del sogno, quella che gli stranieri amano profondamente. Sono quasi delle fotografie realizzate 50-60 anni prima dell’invenzione della macchina fotografica. E’ rappresentata l’Italia pre-industriale, straordinariamente vuota” sottolinea Passalacqua che specifica: “Attenzione a non confondere i ‘plenaristì con i ‘vedutistì del Grand Tour Altre tecniche e altro periodo storico”.
Il progetto, che vede il supporto dei comuni di Terni e Narni, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e della Fondazione CARIT oltre alla collaborazione di studiosi quali Anna Ottani Cavina, è composto anche dal documentario “La valle incantata” di Franco Passalacqua che racconta la storia, i luoghi e le opere dei pittori en plein air nella valle del fiume Nera. Il documentario, già realizzato, è fruibile presso la biblioteca comunale di Terni. Inoltre è in via di realizzazione un archivio virtuale delle opere prodotte nell’Umbria del sud, che sono collocate in molti musei e collezioni private del mondo, dagli Usa alla Russia. Infine, nel 2017, sarà realizzata una grande mostra dei dipinti che ritraggono il territorio. “Il documentario – spiega l’autore – è girato come una fiction: è la storia di un pittore che viene dalla Svizzera. I pittori arrivavano a Roma per poi recarsi nei dintorni della città: Civita Castellana, Olevano romano, Tivoli, i laghi di Albano e Nemi, Ariccia e, a nord, anche la valle ternana. Nella pellicola ho raccontato anche le tecniche nuove che hanno usato: per la prima volta una pittura rapida, impressionista, e per la prima volta olio su carta (mentre prima era sempre olio su tela)”. La speranza di Passalacqua è che il progetto sia esportabile anche in altre realtà italiane.
Articolo di Giovanni Cedrone su la repubblica.it